DISPLASIA DEL GOMITO

Studio effettuato dall'OFA tra il 1974 ed il 2015 sulla ED in razze con almeno 100 soggetti testati
Studio effettuato dall'OFA tra il 1974 ed il 2015 sulla ED in razze con almeno 100 soggetti testati
  • CHE COS'è?
    La displasia del gomito (ED, dall'inglese Elbow Displasia) consiste in uno sviluppo anomalo dell'articolazione del gomito.
    Le anomalie più comuni che costituiscono le lesioni primarie sono rappresentate da:
    1) frammentazione del processo coronoideo mediale dell'ulna (FCP, dall'inglese Fragmented Coronoid Process);
    2) osteocondrite dissecante (OCD) dell'omero;
    3) mancata unione del processo anconeo dell'ulna (UAP, dall'inglese Ununited Anconeal Process);
    4) incongruenza articolare (Inc).
    Una qualsiasi di queste lesioni primarie può causare un'artrosi di gomito precoce ed irreversibile, spesso responsabile di dolore e zoppia. Sebbene le lesioni primarie si manifestino durante il periodo di accrescimento del cucciolo, l'artrosi conseguente è spesso progressiva durante il corso della vita e pertanto la displasia del gomito può invalidare per sempre la deambulazione del cane colpito.

 

  • QUALI SONO LE CAUSE?
    La displasia del gomito è una malattia poligenica, con l'interazione cioè di più geni, e multifattoriale, dove l'alimentazione ed il controllo dell'attività fisica possono influenzare la gravità dei sintomi nel singolo soggetto, ma non prevengono la malattia e non riducono il rischio di trasmissione alla prole.
    I cani affetti dalla malattia sono più inclini a produrre cuccioli malati rispetto a cani sani e più grave è l'artrosi nei genitori più alta è la probabilità che essi generino cuccioli malati.

    GENITORI                                                             % DI PROLE MALATA
    NORMALE x NORMALE                                                         31%
    NORMALE x LEGGERMENTE DISPLASICO                           43%
    NORMALE x MEDIAMENTE/GARAVEMENTE DISPL.           48%
    DISPLASICO x DISPLASICO                                                   56%

 

  • COME VIENE DIAGNOSTICATA?
    1) zoppia a carico degli arti anteriori;
    2) dolorabilità all'iperflessione o iperestensione del gomito;
    3) andatura rigida, incerta, soprattutto se sono colpiti, come spesso accade, entrambi i gomiti;
  • 4) l'unico modo per diagnosticare con certezza la displasia del gomito è SOLO l'esame radigrafico (lastre).

 

  • COME SI CURA?
    Il trattamento individuale di cani affetti da displasia del gomito è volto a minimizzare il dolore sofferto dall'animale e a rallentare la progressione dell'artrosi. La terapia conservativa consiste nel controllare l'attività fisica, ridurre il peso corporeo e somministrare farmaci anti-infiammatori. I frammenti di osso staccati possono essere rimossi chirurgicamente con un intervento che reca giovamento a molti cani, anche se l'artrosi tende a progredire indipendentemente da qualsiasi tipo di trattamento.
  • ATTENZIONE PERO' :
    I cani che presentano zoppia possono essere considerati come la punta di un Iceberg. Moltissimi cani non zoppicano e sono affetti da artrosi del gomito in modo asintomatico, altri sono fenotipicamente indenni, cioè non presentano segni clinici o radiografici, ma sono comunque portatori sani dei geni della malattia.
    Se i cani affetti da malattia subclinica vengono impiegati per la riproduzione, essi producono molti più cuccioli displasici rispetto ai cuccioli nati da genitori sani, soprattutto se nell'albero genealogico sono presenti molti soggetti affetti da displasia.

 

  • COME SI PUO' RIDURNE L'INCIDENZA?
    Poichè la displasia ha una componente ereditaria significativa, l'incidenza può essere ridotta semplicemente allevando e destinando alla riproduzione cani sani, in particolare quelli provenienti da linee di sangue con la più bassa incidenza di displasia.
    Il successo del programma di prevenzione dipende da più fattori:
  • elevata percentuale di animali della stessa razza che partecipano ai programmi di controllo;
  • elevata qualità degli esami radiografici valutati da esperti qualificati;
  • comunicazione dei risultati agli allevatori affinchè possano selezionare solo linee di sangue a basso rischio di malattia, dalle quali scegliere i riproduttori.

 

  • QUAL E' IL PROTOCOLLO DIAGNOSTICO?
    Individuare la displasia del gomito è possibile SOLO tramite l'esame radigrafico (lastre). Lo screening dei cani dovrebbe essere eseguito all'età di almeno 12 mesi.
    E' bene valutare entrambi i potenziali genitori ed un numero più ampio possibile di soggetti consanguinei.
    E' necessario radiografare entrambi i gomiti: si richiede almeno una radiografia in posizione laterale flessa, ma in molti paesi sono richieste più proiezioni. Le pellicole poi vengono esaminate da una centrale di lettura accreditata (in Italia CELEMASCHE o FSA).

 

  • COME VENGONO VALUTATE LE RADIOGRAFIE?
    I radiogrammi vengono esaminati da un esperto o da una commissione di esperti accreditati ed ogni cane è classificato, seguendo la classificazione FCI-IEWG, in:
  • Grado 0 (Normale): non si riscontrano alterazioni;
  • Grado BL (Borderline, di Transizione): alterazioni articolari minime;
  • Grado 1 (Lieve Artrosi): presenza di osteofiti (speroni ossei) di ampiezza < 2 mm, e/o di sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di incongruenza articolare < 2 mm;
  • Grado 2 (Media Artrosi): presenza di osteofiti di ampiezza da 2 a 5 mm e/o di grave sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di incongruenza articolare > 2 mm; alterazioni del profilo del processo coronoideo mediale senza evidenza di frammentazione od una fusione incompleta del processo anconeo ulnare comportano comunque il grado 2;
  • Grado 3 (Grave Artrosi): presenza di osteofiti di ampiezza > 5 mm; l’evidenza di un processo coronoideo mediale frammentato o di una lesione del profilo del condilo omerale mediale da osteocondrite dissecante (OCD) o da erosione (KL), o di una mancata unione del processo anconeo (UAP) comportano comunque il grado 3. Anche i cani sottoposti ad interventi chirurgici per displasia del gomito devono essere classificati come Grado 3 indipendentemente dal grado delle alterazioni articolari presenti, se l’intervento eseguito è dimostrabile radiograficamente.

 

  • IMPORTANTE: Sono da adibire alla riproduzione SOLO i soggetti che rientrano nei primi 3 gradi citati (grado 0, BL e 1). Non devono MAI essere impiegati, invece, i soggetti con artrosi di grado 2 e 3.
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